TURISMO

17 giugno 2013

Riporto alcune considerazioni di Massimo Bergami (Consigliere Economico del Ministro per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport dal 2011 al 2013) e Severino Salvemini (Docente del Dipartimento di Management e Tecnologia della Bocconi) pubblicate sul numero odierno di AFFARI & FINANZA.

Riguardo l'importanza di rafforzare la consapevolezza turistica delle istituzioni e della classe dirigente, per superare il mancato riconoscimento del turismo come attività produttiva (punto 1 del nostro programma), gli autori affermano che nessun politico intervistato ha associato il turismo a occupazione o sviluppo e che "forse il problema principale dell'industria turistica in Italia è di tipo cognitivo: il turismo è visto da una parte come viaggi o vacanze e dall'altra come un settore economico secondario e rudimentale. Invece esso oggi vale circa il 10%del Pil e dell'occupazione e rappresenta forse il settore in cui l'Italia ha maggiori opportunità di crescita nel breve periodo".

Aggiungono inoltre che "se l'Italia riuscisse a cogliere alcune opportunità a portata di mano, originate soprattutto dalla crescente domanda internazionale, potrebbe generare oltre 500.000 nuovi posti di lavoro e 30 miliardi di aggiuntivi di prodotto lordo in pochi anni".

Considerano invece positivo che "il Governo di Enrico Letta ha accorpato il Turismo con i Beni e le Attività Culturali, con una visione lungimirante: infatti, se l'Italia intende vincere la sfida internazionale del turismo, differenziandosi dagli altri competitor, deve far leva sulla ricchezza dei propri territori, sia dal punto di vista storico e artistico, sia dal punto di vista della tradizione popolare, come ad esempio l'enogastronomia".
tratto da AFFARI & FINANZA, p. 10, inserto di La Repubblica, 17 giugno 2013.






PROGRAMMA AMMINISTRATIVE 2013 BRESCIA


IL TURISMO È UN’INDUSTRIA SOSTENIBILE

Negli anni scorsi sono stati esperiti tentativi per sviluppare un turismo di carattere culturale, basato sulle forti potenzialità del patrimonio esistente, soprattutto dopo il recupero del complesso monumentale di San Salvatore - Santa Giulia, intuendone in modo corretto le caratteristiche principali: target medio-alto con buona disponibilità alla spesa, destagionalizzazione dei flussi, dato il carattere internazionale di questo particolare tipo di turismo, sensibilità alla salvaguardia dei beni e del territorio, fattore fondamentale affinché il patrimonio monumentale e artistico presente in città possa essere tutelato e conservato nel tempo nel migliore dei modi.

Si è però purtroppo equivocato tra “fare cultura” e “fare turismo”, confidando che l’organizzazione di un evento culturale (che fosse straordinario come l’apertura di un museo come Santa Giulia e ora del Capitolium, per esempio, o delle grandi mostre, o delle notti bianche) avesse come conseguenza diretta lo sviluppo turistico della città.
Il risultato è stato per lo più un turismo “mordi e fuggi”, anche se di discreta entità in alcuni periodi, ma solo legato all’evento proposto e senza variazioni sostanziali per gli operatori interessati; un turismo che non è diventato una risorsa economica con una tendenza di sviluppo costante, in grado di sopperire al declino in corso delle attività economiche tradizionali della realtà bresciana.

Questa pratica ha inoltre generato due gravi problemi:

  • a livello istituzionale, la sovrapposizione di competenze, l’assenza di un adeguato sostegno nella programmazione di interventi economici a carattere turistico, l’assenza di un coordinamento efficace tra i Servizi Turismo, Marketing, Cultura, Musei, la Fondazione BresciaMusei e la società Bresciatourism, partecipate dal Comune;
  • a livello privato, il fallimento di un primo indotto turistico, che aveva creduto nella programmazione ripetuta di “grandi eventi” e in una migliore promozione della risorsa Santa Giulia (basti considerare il livello medio di occupazione degli alberghi cittadini sceso al 40%, il livello più basso degli ultimi dieci anni e tra i più bassi d’Italia).

A questa incapacità gestionale si sono aggiunti altri fattori che hanno indebolito la possibilità di creazione di un prodotto culturale, da mettere a disposizione dell’offerta turistica:
  • la chiusura della Pinacoteca;
  • l’apertura del museo di Santa Giulia per sezioni a orari alterni
  • l’apertura del museo delle Armi e del Risorgimento a orario ridotto con limite dell’accesso alla zona del Mastio visconteo;
  • una programmazione culturale di basso profilo, oppure non coordinata tra le realtà culturali presenti nel tessuto cittadino e, elemento ancora più grave, senza una progettazione sul medio e lungo termine;
  • una collaborazione meno attiva con le importanti fondazioni presenti nel territorio;
  • il cattivo management di Bresciamusei;
  • la mancata attuazione del progetto Musil;


Secondo le ultime rilevazioni pubblicate[1], è stato comunicato un dato economico confortante: i turisti internazionali hanno speso in Italia, tra gennaio e dicembre 2012, 32.056 milioni di Euro, a fronte di un importo di 30.891 milioni nel 2011, quindi con un differenziale positivo di ben 1,165 milioni di Euro. Nel 2012 il saldo netto della bilancia dei pagamenti turistica in Italia è rimasto perciò positivo e in aumento rispetto a quello registrato nell'anno precedente. La crescita è stata generata dall'aumento delle entrate internazionali per turismo a fronte di una stagnazione delle uscite (+3,8% contro -0,3%).  Parliamo quindi di un aumento del 3,8%, un saldo positivo che pochi settori produttivi italiani possono vantare in un anno difficile come il 2012.
Va inoltre sottolineato che Brescia si estende in quella porzione di territorio tra Nord-Ovest e Nord-Est, ossia la seconda e terza regione economica più importante per il turismo straniero in Italia e che il territorio bresciano è all’ottavo posto a livello nazionale per numero di turisti stranieri, prima di Napoli e Rimini.
Il dato sconfortante è che le istituzioni a Brescia non considerano ancora il turismo una vera e propria attività economica produttiva.

Per risolvere la situazione attuale e per sviluppare un’attività economica turistica efficace è necessario adottare urgentemente quelli che sono i fondamentali del turismo:


  1. rafforzare la consapevolezza turistica delle istituzioni e della classe dirigente, per superare il mancato riconoscimento del turismo come attività produttiva; 
  2. individuare nuovi potenziali segmenti di sviluppo, mediante l’analisi della domanda, che va opportunamente esaminata e trattata, con l’aiuto di una ricerca di mercato, mai effettuata a Brescia; 
  3. organizzare una pianificazione strategica locale, mediante un’azione efficace di destination management, che preveda:
    a. la valorizzazione sostenibile delle risorse, dato il precipuo carattere culturale e monumentale dei beni a disposizione;
    b. il procacciamento delle risorse finanziarie mediante l’individuazione di agenzie di fund raising e una migliore collaborazione con le fondazioni locali;
    c. l’organizzazione funzionale delle attrattive turistiche; 
  4. individuare un destination manager, ossia un professionista economico turistico, per il Comune di Brescia;
  5. sviluppare un turismo di qualità, prevedendo prodotti nuovi e/o qualitativamente migliori;
  6. creare i presupposti di base per incentivare formazione e aggiornamento delle categorie professionali e commerciali legate al comparto turismo, mediante una migliore collaborazione con le Università;
  7. incentivare e garantire forme di collaborazione istituzionali di ampio respiro, per rispondere alle richieste che la globalizzazione richiede e per sostenere le piccole e medie imprese che caratterizzano il tessuto economico locale turistico;
  8. raggiungere infine l’obiettivo della customer satisfaction, condizione indispensabile all’allungamento del ciclo di vita della destinazione turistica. 

L’adesione a un programma di sviluppo turistico così articolato può finalmente offrire a Brescia un’importante occasione di sviluppo economico sostenibile, in grado di preservare sia le risorse naturali sia quelle antropiche, garantendone la fruibilità alle generazioni future.





[1] In occasione della conferenza organizzata da CISET, il Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica dell’Università Ca’ Foscari, BANCA D'ITALIA e IlSole24ORE, L'ITALIA E IL TURISMO INTERNAZIONALE” - risultati e tendenze per incoming e outgoing nel 2012, Venezia 17.04.2013.



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